Il miele
Il miele deriva dalla trasformazione biochimica del nettare. Questo, raccolto dalle api bottinatrici dai fiori, viene ceduto alle api “magazziniere” che si occuperanno di elaborarlo. La goccia di nettare, pressoché microscopica, viene passata rapidamente e rigurgitata da un'ape all'altra, concentrata e arricchita con apposite secrezioni ghiandolari particolarmente ricche di enzimi: man mano che viene eliminata l'acqua e lo zucchero si fa dominante, il nettare diventa miele. Il prodotto finale è dunque una sostanza predigerita.
Il miele viene depositato dalle api negli alveoli dell'arnia, dove verrà raffinato in modo da conferigli la forma definitiva. Le api operaie lo depongono negli alveoli e battono le ali per assicurare una buona ventilazione ed eliminare ancora un po' dell'acqua in eccesso. Solo a questo punto si provvederà alla chiusura degli alveoli ( opercolatura) con la cera, in modo da conservare il prodotto senza rischi di fermentazione.
Proprietà. La composizione del miele dipende principalmente dalla composizione del nettare (o dei nettati ) che lo costituiscono e, secondariamente da fattori esterni come l'andamento meteorologico, i metodi di raccolta e di estrazione. Esiste pertanto un'infinita varietà di mieli con consistenza liquida o cristallina,colore variabile dal giallo paglierino al bruno scuro, passando da toni verdastri o rossicci, gusto e aromi diversi.
Nel miele si rileva la presenza di fruttosio, glucosio, saccarosio, maltosio e altri zuccheri, alcuni dei quali si formano per attività enzimatica durante la maturazione del prodotto. Contiene vitamine C, E, K. Tra i sali minerali si nota una presenza, seppur minima, di sodio, potassio, calcio, manganese, cobalto, cromo, nichel, litio, zinco. Dalle analisi di laboratorio si riscontra inoltre la presenza di fattori ormonali quali acetilcolina e vari steroidi,antibatterici e antibiotici.
Impiego. Il suo alto valore energetico (320 cal/100g) contribuisce a rendere il miele un'alimento eccezionale, estremamente valido come carburante naturale degli sforzi fisici, brevi o prolungati che siano. L'ideale sarebbe consumarlo abitualmente, almeno per tutto il periodo autunnale e invernale, in occasione della prima colazione, sostituendolo allo zucchero bianco. Rispetto a quest'ultimo infatti, il miele non provoca un'alterazione del metabolismo dei grassi, con conseguente sviluppo di sovrappeso.
Dalle numerosi sperimentazioni in corso si può anche desumere che il miele possa vantare proprietà riequilibranti del sistema nervoso; svolgere un'azione regolatrice delle funzioni dell'apparato digerente attraverso una regolazione della flora batterica intestinale; attuare un'efficace azione batteriostatica e antibiotica; riequilibrare la patologia cardiocircolatoria. Gli vengono altre sì riconosciute proprietà emollienti, febbrifughe, sedative, diuretiche, antianemiche, pertanto può a ragione essere considerato un vero e proprio medicamento. La somministrazione di miele per via orale è sicuramente la forma più naturale. La dose consigliabile è estremamente varia secondo la persona e le applicazioni. Il consumo minimo di mantenimento viene indicato per un adulto nella dose di un buon cucchiaio da minestra. La dose può essere ampiamente superata in numerosi casi. Il miele potrà essere spalmato anche su tartine, sciolto in un po' d'acqua, in bevande tipo infuso d'erbe, latte, caffè d'orzo, non troppo calde in modo da non distruggere i principi attivi, o assunto con alimenti come lo yogurt.