domenica 4 novembre 2012

La propoli




La propoli

Il mistero dell'origine della propoli è ancora oggi lungi dall'essere chiarito. Secondo alcuni la propoli sarebbe prodotta direttamente dalle api e deriverebbe da residui di polline semi digerito dall'insetto in un apposito organo situato in prossimità dell'intestino, e poi rigurgitato. Altri, invece, ravvisano la presenza di due tipi di propoli, il primo di origine interna, prodotto secondo l'ipotesi accennata, e l'altro derivato da sostanze di natura resinosa e balsamica raccolte dalle api e poi elaborate da particolari ghiandole ricche di enzimi. Oggi la maggior parte di studiosi sostiene la tesi dell'origine esterna della propoli, alla cui genesi concorrerebbero le api mediante un semplice processo di arricchimento enzimatico. Sta di fatto che all'interno dell'alveare la propoli presenta due principali impieghi: come materiale da costruzione e come antisettico.
Proprietà
L'estrema variabilità della composizione chimica della propoli si traduce nella pratica comune in una profonda diversità delle sue caratteristiche fisiche: colore, aroma, sapore. La propoli è costituita essenzialmente da una miscela di composti di natura aromatica e fenolica arricchita da numerose sostanze, molto eterogenee tra di loro (acidi grassi, terpeni, aminoacidi, vitamine, sali minerali ecc), la cui distribuzione percentuale è molto variabile in funzione delle stagioni, del tipo di vegetazione e delle stesse api raccoglitrici. In sintesi potremmo dire che la propoli risulta costituita essenzialmente da resine, balsami (50-55%) e cere (25-35%), tuttavia la sua peculiarità costitutiva risiede nella grande ricchezza di flavonoidi, ossia di pigmenti vegetali, che assieme ad altre sostanze (fenoli, fenolacidi, alcoli ecc) le assicurano proprietà antimicrobiche e contribuiscono all'azione batteriostatica e battericida.
Impiego
In commercio si trovano si trovano essenzialmente due tipi di propoli: la propoli grezza, ottenuta dal raschiamento delle superfici interne dell'arnia, e la propoli in scaglie, ottenuta da apposite griglie collocate tra il nido e il tetto dell'arnia. Grazie alle sue spiccate proprietà antimicrobiche, la propoli presenta una notevole capacità di rimanere inalterata nel tempo. La sua conservazione quindi non richiede particolari accorgimenti: è sufficiente impiegare contenitori collocati lontani dalle fonti di calore. Attualmente il maggior impiego della propoli per uso terapeutico rimane quello esterno come disinfettante, cicatrizzante e lenitivo, attraverso soluzioni, unguenti e pomate. Fino ad oggi non è stata nessuna significativa controindicazione nell'uso della propoli, ad eccezione di alcuni casi di ipersensibilità e di sensibilizzazione manifestatasi in soggetti tendenzialmente allergici.
Le applicazioni terapeutiche vanno dal settore dermatologico (geloni, ascessi, foruncoli, calli, duroni, verruche, psoriasi,acne, scottature ecc) a quello odontostomatologico (gengiviti, afte, stomatiti ulcerose). In gastro-enterologia la propoli viene impiegata nella cura delle gastriti, delle coliti e di alcune ulcere gastro,duodenali. Risulta infine efficace contro le infezioni e le infiammazioni dell'apparato genito-urinario. Nella cosmesi la propoli è diventato sempre più comune nella preparazione di sostanze naturali destinate all'igiene del cuoio capelluto( shampoo, balsami,lozioni, gel), alla pulizia delle pelli grasse e impure( sapone, creme, unguenti) e all'igiene del denti e del cavo orale (dentifrici, collutori ecc). Inoltre è ottimo usato per curare raffreddori, laringiti, rino-faringiti, tracheiti, riniti sinusiti, otiti.
Preparato alcolico: mettere in infusione 300 grammi di propoli in un litro di alcool per liquori a 95°per almeno un mese mescolando il preparato almeno una volta al giorno. Filtrare e mettere in boccette con contagocce e vetro scuro. Conservare al fresco.

venerdì 2 novembre 2012

Notizie sul mais ogm

http://www.mieliditalia.it/index.php/api-agricoltura-ambiente/notizie-agricoltura-e-ambiente/81149-mais-ogm-monsanto-cancro

Acca Sellowiana

Fiori
Frutti


Acca sellowiana

Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseMagnoliidae
OrdineMyrtales
FamigliaMyrtaceae
GenereAcca
SpecieA. sellowiana
Nomenclatura binomiale
Acca sellowiana
O. Berg
Sinonimi
Feijoa sellowiana

Acca sellowiana O.Berg (sinonimo Feijoa sellowiana) è un arbusto sempreverde alto tra 1 e 7 m, originario degli altipiani del Brasile meridionale, parte della Colombia, Uruguay e il nord dell'Argentina, prevalentemente in queste zone nella aree montane. Appartiene alla famiglia delle myrtaceae.

Descrizione

La feijoa è un arbusto di norma a più fusti, sempreverdea crescita lenta, che può arrivare a 4–7 m.
Le foglie scure, lucide, spesse, ellittiche, opposte, sono lunghe circa 5cm. La pagina inferiore è feltrosa. È possibile fare infusi con le foglie essiccate.
I fiori, medio-piccoli, spesso raccolti a gruppi sono numerosi, di colore bianco rosacei, hanno numerosi stami rosso violetti molto vistosi. È probabile che nelle zone d'origine l'impollinazione sia effettuata anche da uccelli. I petali dei fiori possono essere utilizzati per insalate, dato che sono robusti, croccanti e dolci; o fatti sciogliere sulla lingua.
I frutti di Acca sellowiana, hanno scorza verde, polpa bianca traslucida o giallastra, gelatinosa e con numerosi piccoli durissimi semi, i frutti sono grandi come prugne, ovali o piriformi, sono commestibili. I frutti sono estremamente profumati, anche se non dolcissimi, il sapore della polpa, morbida, è stato giudicato a metà tra l'ananas e la fragola.
La maturazione del frutto avviene (in funzione alla stagione meteorologica) nei mesi di settembre e ottobre. Quando raggiungono la maturazione, i frutti si staccano spontaneamente dall'albero e cadono, questo è la maniera comune per procedere alla raccolta, dato che la buccia è robusta; si sbucciano con un coltello, o si estrae la polpa con un cucchiaino dal frutto aperto a metà, e si consumano freschi. I frutti raccolti hanno una breve durata, come per le banane di 5 /6 giorni se conservati in luogo fresco. La raccolta al suolo è indicata soprattutto per la preparazione a breve termine di una confettura, adoperando come addensante la polpa di alcune mele, possibilmente acerbe.
La raccolta dall'albero permette di avere frutta di durata leggermente maggiore, ma occorre raccogliere frutti maturi, cioè che si stacchino agevolmente dai rami; per il resto solo un leggero rammollimento della polpa ed un leggerissimo schiarimento di colore della buccia, sono i non facili segnali della avvenuta maturazione
La fioritura
Dalla Acca sellowiana sono state ricavate varie cultivar ad esempio le varietà Triumph, Colidge, Mammoth, Apollo, Gemini, Moore. Queste cultivar hanno diversa grandezza, forma e tempo di maturazione dei frutti. Alcune variano anche per modalità di impollinazione.
  • Acca Sellowiana Unique: l'albero è di circa due metri e mezzo di altezza e robusto, il frutto matura in anticipo ed ha una forma ovale e dalla superficie liscia. Può essere consumato fresco o inscatolato. Si autoimpollina.
  • Acca Sellowiana Mammoth: l'albero è dritto e arriva a 3 metri di altezza. Il nome deriva dal fatto che il frutto è di diametro maggiore rispetto alle altre cultivar; inoltre è di impasto più granuloso e ha una pelle leggermente rugosa. La Mammouth si autoimpollina ma la pianta dà frutti più grandi con l'impollinazione incrociata.
  • Acca Sellowiana Gemini: l'albero è meno robusto rispetto ad altre varietà e raggiunge i due metri e mezzo di altezza. La fioritura è abbondante e la maturazione della frutta precoce, con uns buona resa del raccolto. Il frutto è medio piccolo, di pelle scura e molto sottile, ma molto gustoso. La pianta si autoimpollina solo parzialmente, per dare più frutti richiede l'impollinazione incrociata, possibilmente con la cultivar Apollo.
  • Acca Sellowiana Robert: pianta adatta alle coltivazioni estese, se troppo sfruttata presenta foglie color ruggine. I frutti sono piccoli, la polpa succosa e granulosa. Matura molto precocemente, anche due mesi prima delle altre varietà. Se non viene impollinata con l'impollinazione incrociata può dare frutta apparentemente commerciabile, ma in realtà vuota all'interno.
  • Acca sellowiana Smith: è una varietà che dà raccolti abbondanti di frutta medio-grande.

Coltivazione

La feijoa viene talvolta coltivata anche in Italia. La sua coltivazione ha avuto particolare successo, oltre al Sudamerica che ne è terra d'origine, in alcuni paesi dell'ex-Unione Sovietica (p.es. Georgia, Azerbaigian) e in Nuova Zelanda.
La feijoa, pur essendo di origine semi-tropicale, sopporta anche temperature moderatamente basse, (fino a -8°C).
La specie è spesso autosterile, cioè per avere frutto è necessario coltivare almeno due varietà diverse. La pianta è molto resistente, accetta anche suoli sassosi o sabbiosi purché sufficientemente profondi, ma non sopporta suoli eccessivamente umidi e poco drenati. Sopporta discretamente la siccità (specie se in suolo profondo) e col suo fogliame robusto sopporta bene i venti salini. Eccessi di temperatura estiva compromettono l'aroma ed il profumo (fattore di rilievo) dei frutti, che rischiano di essere scialbi e di scarso aroma.
In luoghi ventosi le siepi di feijoa sono spesso usate per proteggere dal vento.