domenica 8 dicembre 2013

Poesia in francese.(Victor Hugo).



Oh! Vous, dont le travail est joie,
Vous qui n'avez pas d'autre proie
Que les parfums,souffles du ciel,
Vous qui fuyez quand vient décembre,
Vous qui dérobez aux fleurs l'ambre
Pour donner aux hommes le miel,

Chastes buveuses de rosée,
Qui,pareilles à l'épousée,
Visitez le lys du coteau,
O soeurs des corolles vermeilles,
Filles de la lumière,abeilles,
Envolez-vous de ce manteau!

Ruez-vous sur l'homme,guerrières!
O généreuses ouvrières,
Vous le devoir, vous la vertu
Ailes d'or et flèches de flamme,
Tourbillonez sur cet infâme!
Dites-lui : ''Pour qui nous prends-tu?''

''Maudit ! nous sommes les abeilles
Des chalets ombragés de treilles
Notre ruche orne le fronton;
Nous volons dans l'azur écloses
Sur la bouche ouverte des roses
Et sur les lèvres de Platon.

''Ce qui sort de la fange y rentre,
Va trouver Tibère en son antre
Et Charles IX sur son balcon.
Va ! Sur ta pourpre il faut que l'on mette
Non les abeilles de l'Hymette,
Mais l'essaim noir de Mountfacon!''

Et percez-le toutes ensembles
Faites honte au peuple qui tremble,
Aveuglez l'immonde trompeur,
Acharnez-vous sur lui, farouches,
Et qu'il soit chassé par les mouches
Puisque les hommes en ont peur!

domenica 29 settembre 2013

Festival della Franciacorta.(foto)


Sabato 28 settembre io, insieme a Stefano Elena Alberto e Monica, siamo stati in Franciacorta, nota zona vitivinicola di Brescia, per un'itinerario organizzato dal consorzio, per visitare alcune cantine. Le cantine visitate sono state: Vezzoli Ugo, Lantieri di Paratico e Ferghettina.Ottima l'organizzazione e splendida la compagnia. Un particolare ringraziamento agli esperti delle cantine e alla guida Laura Metelli per la preparazione e la simpatia.



















































venerdì 6 settembre 2013

Apicoltore risarcito.

Indennizzato con 15 mila euro per la morte delle sue api dopo che era stato eseguito un trattamento con fitofarmaci sul vigneto, a pochi metri dalle sue 45 arnie. Mentre una nuova moria di api si è verificata a Susegana (TV), un apicoltore di Revine Lago (TV), Ernesto Moz, a due anni dal fatto, e dopo aver avviato un'azione legale, si è visto indennizzare il danno subito dalla compagnia assicurativa della ditta agricola proprietaria del vigneto. Era il giugno 2011 quando il 30% delle sue api morì, dopo che era stato eseguito il trattamento contro la cicalina sui vigneti nei pressi del campo sportivo di Revine. Qui l'apicolture aveva 45 delle sue 150 arnie. Violando la legge regionale, l'azienda agricola aveva trattato le piante senza prima procedere allo sfalcio dell'erba. Sui fiori contaminati si erano, quindi, appoggiate le api che, una volta ritornate nell'alveare, erano morte. Una prima moria il 20 giugno: le api non avevano più fatto ritorno nelle arnie. Una seconda il 28 giugno: Moz aveva trovato il 30% delle api morte fuori dagli alveari. L'apicoltore aveva denunciato il fatto al servizio veterinario dell'Usl 7, e allora le api erano state prelevate e inviate per opportune analisi all'Istituto Zooprofilattico di Padova. «Le analisi effettuate – ha spiegato l'avvocato Gianni Lorenzetto, legale di Moz - hanno confermato la presenza di pesticidi clorurati nelle api, oltre ad accertare che la società agricola aveva usato un pesticida, l'Actara 25, il cui componente è la Thiamethoxam, nocivo per le api». L'avvocato Lorenzetto ha così avviato una pratica legale contro la società agricola, evidenziando per il suo assistito, produttore biologico, danni per 15 mila euro. L'azienda, citata in giudizio da Moz, ha a suo volta citato la sua compagnia assicurativa che, con un atto di transazione, cioè un accordo extragiudiziale, ha risarcito con 15 mila euro l'apicoltore revinese. Sulla questione moria delle api, dopo i recenti fatti, interviene con preoccupazione il Wwf Alta Marca: «A maggio la Commissione Europea ha deciso di imporre agli Stati membri di revocare o modificare, entro il prossimo 30 settembre, le autorizzazioni esistenti di tre insetticidi considerati dannosi per le api, tra questi il Thiamethoxam. Da notare però che l'Italia è stata tra gli otto Paesi che hanno votato contro questa proposta». Gazzettino di Treviso

mercoledì 14 agosto 2013

Miele di tupelo.

Il miele di tupelo viene prodotto quando le api domestiche raccolgono il nettare dai fiori dell'albero bianco Ogeechee Tupelo (Nyssa oghece). Questi alberi sono distribuiti lungo le sponde dei fiumi, delle paludi e degli stagni; spesso vengono inondati, per lo più nelle paludi della Georgia e della Florida. Si dice che il miele di tupelo provenga da alberi che crescono soltanto sulle sponde di alcuni fiumi, tra cui i più importanti sono l'Apalachicola e l'Ochlockonee. Gli alberi di tupelo hanno grappoli di fiori verdognoli appena visibili, che nel tempo diventano frutti simili a bacche. Il fiore vive solo 2-3 settimane tra aprile e maggio. Il miele di tupelo puro è color ambra chiaro; alcuni notano una leggera sfumatura verde. Ha un aroma di pera e luppolo e un sapore che gli ammiratori descrivono come dolce, delicato, burroso, floreale come lo zucchero filato e l'acqua di rose. Grazie al suo contenuto di fruttosio insolitamente alto (a discapito del saccarosio), il miele di tupelo non granula. Un miele di tupelo granulato è indice di non purezza. Grazie al suo basso contenuto di saccarosio, anche alcuni diabetici possono mangiarlo. Il miele di tupelo autentico non è riscaldato, processato o filtrato; non è neanche mischiato con miele di altri fiori. Persino una piccola quantità di altro miele (il miele galberry, che è raccolto appena prima del tupelo, è il più comune interferente) non è tollerato. L'albero bianco di tupelo cresce naturalmente nelle paludi sud orientali. Data la durata così breve del periodo di fioritura, gli apicoltori devono essere precisi ad avvicinare le api agli alberi; spesso questo avviene allocando le api su banchine che sono raggiungibili solo via mare. La natura severa dell'area del miele di tupelo impone che la sua produzione esista in una piccola sottocultura. L'apicoltore George Watkins afferma che l'unico produttore di miele tupelo attualmente lo raccolga da alberi lungo le sponde del fiume Apalachicola. Alcuni fattori contribuiscono alla produzione limitata e alla possibilità di estinzione del miele di tupelo: • Breve stagione di raccolta (2-3 settimane) che può essere ulteriormente ridotta dalle condizioni climatiche; • Raccolta intensa e stressante che richiede un periodo preciso e un equipaggio speciale – gli apicoltori durante la raccolta devono maneggiare continuamente api, specialmente sulle barche, in aree afose e remote. Prima della raccolta, le api devono essere pulite da residui di altro miele. • Insetticidi. Sul loro sito internet, i Lanier, famiglia di apicoltori, hanno riportato i seguenti dati riguardanti la stagione 2005: “Avremmo avuto un raccolto eccezionale se non ci fosse stato il controllo delle zanzare nella contea. Questo controllo era svolto di giorno e le nostre api venivano spruzzate in volo nel mezzo della raccolta del miele, uccidendole sul posto”. • Sviluppo. L'area della costa del golfo intorno al fiume Apalachicola è soggetta ad un forte sviluppo, per lo più grazie alla St. Joe Company, che possiede alcune miglia lungo la costa. • Importazioni. Durante un'intervista condotta dalla Southern Foodways Alliance, Georige Watkins, apicoltore presso l'Apalachicola ha affermato che il miele di tupelo, che vende a prezzo più alto rispetto ad altri tipi di miele, lo mantiene sul mercato: “se non fosse per il miele di tupelo, non credo che potrei sopravvivere qui come apicoltore, date le importazioni...arrivano tipi di miele cinese a basso costo, miele messicano e vietnamita. Sappiamo da dove proviene perché ci danno vecchi fusti per metterci dentro il miele” (più tardi, nell'intervista, ricorda la grande quantità di miele importata anche dall'Argentina). Fortunatamente la domanda di miele di tupelo è sufficiente per mantenerlo in attivo, per ora.

lunedì 22 luglio 2013

Fiocco rosa o azzurro.

Ecco le fotografie di un piccolo di tortora ospite di una pianta di olmo nel mio giardino.In realtà i piccoli erano due, ma nell'avvicinarsi con la macchina fotografica, uno a preso il volo, e l'altro l'ha preso poco dopo. Congratulazioni a mamma e papà, con la speranza di averli ospiti anche l'anno prossimo.

















sabato 6 luglio 2013

Giochiamo al lotto (con moderazione).

  Alveare: abbondanza, guadagno: 33
- con api: per i contadini: guadagno e profitto: 44
- per i ricchi: turbamenti e inquietudini: 34 , 86
- rovesciato: benessere: 54 , 37
- vuoto: povertà: 1 , 15 , 69
- senza api: novità a lunga scadenza: 62
Ape: ricchezza: 66Api: molte api che entrano in casa: danno dei nemici: 3
- che fanno il miele: successo pei lavoranti: 77
- che stanno nell'alveare: abbondanza e prossimi guadagni ingenti: 33
- vedere far miele su una tua proprietà: spirito di considerazione , eloquenza e riuscita totale dei tuoi affari e dei tuoi progetti: 8 , 88
- per i contadini: guadagno e profitto: 88
- per i ricchi: turbamenti ed inquietudine: 23 , 28
- pigliarne: riuscita: 7
- rincorrerne: profitto di denaro: 15 , 36
- vedere uno sciame di api: fuoco: 63
- se sarai punto dalle api: guardati dai tuoi nemici: 17 , 43
- vederle deporre il miele in qualche luogo o angolo della vostra casa: eloquenza, dignità, riuscita: 3 , 80
- che volteggiano attorno all'alveare: lavoro produttivo: 70 , 85
Ape: vedere un' ape che volteggia attorno a voi: tormento: 80
- ucciderne: perdita e rovina: 5 , 32
- venirne punzecchiato senza provarne dolore: notevoli perdite, contrarietà di rilievo in particolare suscitate da nemici e da invidiosi: 40 , 52
Sciame: d' api: fuoco: 17 , 43
- se ne sei punto: guardati dai tuoi nemici: 6
- di vespe: nemici congiurano ai tuoi danni: 53

Miele: successo negli affari: 22 , 26
- mangiarne: successo in affari, sicurezza in viaggio: 9
Cera: vederne: stato malaticcio: 38 , 54
- candela di cera: vedovanza: 85
- figure di cera: bancarotta: 81

Luna di miele.

 Questa espressione ha origini antiche e sono rintracciabili più versioni che ne spiegano il significato. Gli sposini dell'antica Roma erano soliti mangiare del miele per tutta la durata di “una luna” dopo il matrimonio (forse per riprendere le forze dopo un’intensa giornata d’amore).
Da qui l'origine del detto “luna di miele”, per indicare i primi, dolci e irripetibili momenti della vita di coppia. Un’altra tesi, addirittura, fa risalire l’espressione ai tempi di Babilonia poiché in tale periodo sembra che fosse solito regalare alle coppie di sposi una certa quantità di idromele (liquore al miele) sufficiente per un mese. Allora si pensava che tale bevanda garantisse la fertilità.
Roma e Babilonia
Nonostante l’origine babilonese non sia certa, l’abitudine di regalare agli sposi idromele, o bevande simili, era comunque in uso nell’antica Roma e nei secoli successivi fino al Medioevo.
Nel Medioevo, quando una famiglia cedeva in matrimonio una donna all’uomo, la sposa portava con sé il miele, considerato costoso e simbolo di ricchezza.
La prima sera che i due passavano insieme, veniva chiamata “luna di miele” proprio in riferimento al miele e al fatto che la donna fosse considerata lunare, perché la durata del ciclo femminile è come quella delle fasi lunari.
Anche l'usanza del nord Europa di bere vino misto a miele durante il primo mese di nozze fa parte della rosa delle versioni più accreditate.
L'origine antica dell'espressione “luna di miele” è comprovata dalla sua presenza in molte altre lingue, come il francese (Lune de miel), lo spagnolo (Luna de miel) e l'inglese (honey moon).
In gallese (mis mêl) e in arabo (shahr el ‘assal) si usano espressioni che tradotte letteralmente significano “mese di miele”, che ha lo stesso significato poiché con il termine "luna" si fa riferimento al primo mese di matrimonio. Una dote preziosa
Il “miele” in senso lato è collegato alla dolcezza del primo periodo di vita matrimoniale, lasciando intendere che solo la prima “luna” sarà di “miele”, ovvero che la felicità iniziale è comunque destinata a diminuire presto. Proprio per questo motivo sarebbe utile far tesoro il più possibile di quanto accade nelle prime settimane di matrimonio, affinché la luna di miele non resti solo una felice parentesi.
La Repubblica – Supplemento Salute del 16/10/2008 pag.41

domenica 16 giugno 2013

Sant' Ambrogio


 

  
7 dicembre S.Ambrogio protettore degli apicoltori


S. Ambrogio e le api

E' si suole dire uno proverbio (et è proverbio molto
antico), che 'l buon segno de la mane significa poi il buono
dì. E questo adiviene spessamente, et è spesse volte vero
questo proverbio, però che i principii danno molto e
spessamente giudicio del tempo futuro, chente debbia essere;
onde chi per tempo è zeloso de la via di Dio, questo è
grande segnale del tempo che de' venire, come fia grande. E
così potremmo dire di tutte le cose; e per molti segni che
appaiono al principio, chi fosse bene savio, potrebbe
estimare molto di quello che sarà per inanzi. Grande segno
apparve di messer santo Ambrogio, essendo egli ancora
piccolo, che poppava ne la culla; che fuoro vedute api, una
grande quantitade, che gli entravano in bocca, a modo come
entrano nel fiale: e poi n'usciro, e fuoro vedute volare
altissime, che non si pòttero più conspicere. Questo non fu
altro a significare se non che la sua bocca; e de la sua
bocca dovea uscire mèle, sì come d'uno fiale di mèle di
dolcezza di sapienzia, sì come poi così fu.

Salviamo le api.

http://salviamoleapi.org/

mercoledì 29 maggio 2013

Vespa Velutina la vespa killer.



Esemplare di vespa Velutina
                  



Nido di vespa Velutina
                                                                                             


UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino
Via L. Da Vinci, 44 – 10095 Grugliasco (TO)
Settore di Entomologia e Zoologia - Osservatorio di Apicoltura
tel. 011.6708584 - 8678 - 8669
COMUNICATO STAMPA del 27/05/2013
ARRIVO IN ITALIA DI UNA NUOVA SPECIE DI VESPA
Si tratta della Vespa velutina , una nuova specie diffusasi recentemente in Europa. L'ipotesi più probabile è che questo insetto sia arrivato insieme a merce cinese dallo Yunnan e che si sia acclimatato senza difficoltà viste le condizioni climatiche dell'Europa meridionale simili a quelle dell'Asia continentale. La vespa è stata segnalata per la prima volta non lontano da Bordeaux , in Francia, nel 2006. Originaria del sud est asiatico, Vespa velutina spiegano Stefano Demichelis, Aulo Manino e Marco Porporato del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino sembra in grado di arrecare gravi danni alle famiglie delle api da miele, che non sono in grado di difendersi efficacemente da questo predatore diversamente da quanto fanno le “cugine” asiatiche. Vespa velutina si dispone nei pressi degli alveari, dove attacca e uccide molte decine di api in poche ore, per poi cibarsene successivamente. Costruisce grandi nidi sugli alberi ed è attiva soprattutto nel periodo estivo fino all’inizio dell’autunno. Questa vespa può diventare una minaccia per l’apicoltura e pertanto la sua presenza va attentamente monitorata, anche a livello aziendale, e prontamente combattuta, ricordando che se si osserva uno spopolamento di alveari causati dagli attacchi di questa vespa è possibile che il nido sia presente entro un raggio di 300- 500 m. Per eventuali segnalazioni o richieste di chiarimento è possibile contattare il DISAFA Settore di Entomologia e Zoologia Osservatorio di Apicoltura al tel. 011.6708584, fax 011.2368584, e- mail marco.porporato@unito.it. Dal 2007, sulla base di una serie di segnalazioni che denunciavano il rapido espandersi della Vespa velutina anche verso il confine italiano, ha avuto inizio un monitoraggio dapprima limitato ad alcune postazioni site nella parte nord - ovest della Regione Piemonte e poi, a partire dal 2010, anche in alcuni siti liguri, con lo scopo di intercettare il possibile arrivo della vespa nel territorio italiano. Tale attività è stata sviluppata nel 2010/11 e nel 2011/12 in collaborazione con il Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola (CeRSAA) di Albenga, nell’ambito di un più ampio Progetto cofinanziato da Regione Liguria e CeRSAA "Realizzazione di azioni di monitoraggio territoriale finalizzate all’erogazione di Servizi in ambito agro-ambientale". Nel materiale raccolto dal personale del CeRSAA presso il sito di Loano (SV) nel mese di novembre 2012, è stato identificato un adulto maschio di Vespa velutina che rappresenta la prima cattura in Italia di questa specie esotica invasiva.

giovedì 25 aprile 2013

Auguri Stefano!!!!

Il 23 aprile il caro amico Stefano Zorza ha compiuto 40 anni. Grande festa a sorpresa il 24 al ristorante "Osteria degli amici" di Leno Brescia, con tutti gli amici presenti: Alfredo, Sandrù, Tino, Mino, Tato, Giulio con Simona, Cesti, Luca, Massimo, Rubino, Cipi, e la fidanzata di Stefano, Elena. La serata poi è finita in un bar del luogo innaffiata fino tardi dall'alcol. Grazie a tutti per la partecipazione, in particolare a Elena che ha organizzato la serata, e di nuovo TANTI AUGURI STEFANO!!!
Stefano con Giacomo(Mino)

Foto di gruppo

Foto di gruppo 2.

Gli amici da sinistra: Tino, Giulio, Rubino, Cesti, Stefano, Mino.

I superstiti del Seconda Classe, da sinistra: Tato, Stefano, Mino, Giulio.

mercoledì 10 aprile 2013

Le api vanno a scuola.



Grande entusiasmo il giorno 5 aprile 2013 alla scuola elementare di Porzano di Leno. Presenti gli apicoltori del paese Battagliola Mirco e Giacomazzi Giacomo, con gli esperti Claudio Vertuan presidente apibrescia e apicoltori lombardi, Giovanni Guarneri consigliere apibrescia e noto apicoltore della zona, e Fiorenzo Giacomazzi. Si inizia con la proiezione di un DVD, e da qui parte la discussione con i bambini di 1/2/3 elementare presenti. Si continua poi con assaggi con pane e miele, caramelle, biscotti fatti in casa da Fiorenzo e la moglie Marilena. Dopo una breve ricreazione si continua a illustrare ai bambini tutti gli strumenti dell'apicoltore, favi naturali e i vari prodotti dell'alveare. Viene il momento di salutare e di ringraziare le maestre delle classi interessate, in particolare la maestra Lucia Alise, che con il suo impegno a permesso ai bambini di conoscere un mondo nuovo, e a noi di illustrarglielo in modo più chiaro possibile. La giornata e finisce in trattoria con la soddisfazione di tutti e con la speranza di poterla ripetere in futuro. Ancora grazie a Claudio e Giovanni per la loro preziosa presenza, per l'impegno e per la loro grande esperienza che continuamente mettono a disposizione di tutti gli apicoltori che ne hanno bisogno.







Da sinistra:Claudio Vertuan, Fiorenzo Giacomazzi, Mirco Battagliola, Giovanni Guarneri.

Gli apicoltori con le maestre.

Dopo la fatica tutti a pranzo.

lunedì 1 aprile 2013

Inutili fiori


INUTILI FIORIPerché mai così grande dispendio
di profumi e colori?
Perché di corolle, a miliardi e miliardi,
è gran ressa nei campi
e sui rivi, nei boschi e sui monti?
Dell'immane fatica del Mondo.
niente resterà domani.
Nulla resisterà all'arcigno inverno,
alle brume, alle nebbie, alle brine.
Vive così poco un fiore!
Accoglie un'ape danzante,
che tosto ronzante s'invola,
poi avvizzisce e muore.
Vola polline vitale, multicolore,
su l'ali minute dell'ape
che va di fiore in fiore,
obbediente al remoto disegno
di un distratto Creatore.
Quindi il gelo consuma la famiglia dell'ape
e il colore corrompe dei fiori.
Resta assorta e silente la campagna.
Non voci, non voli né vita!
Forse solo il pittore
può fermare dei fiori il colore.
Solo il pittore affida le corolle
alla giusta eternità.
Di prati e di boschi le luci descrive,
dei fiumi colora per sempre le rive.
Ripete la festa che brilla e che fugge
nella follia di miliardi di inutili fiori.

Preghiera dell'apicoltore.

PREGHIERA DELL'APICOLTORE

Ti imploro o Signore
affinchè nella Tua infinita bontà
mi conceda di camminare
camminare con fede
tenacia speranza
nel radioso solco che Tu tracciasti
della terra che dona copiosi frutti.
Ti ringrazio Signore per sorelle api
che per tuo volere
sciamano sui fiori
guidate da celesti angeli
cogliendo nettare
per lenire sofferenze
rinverdire energie umane.
E per dono di cera tratta dall'apiaio
per annunziare la luce
del Cristo risorto.

Ti ringrazio o Signore.

Che su tutte le culle o Signore
si rinnovi il miracolo
di Santa Rita
e fioriscano roseti e roseti Signore
in tutte le dimore
ove api sorelle
dispensino miele
agli apicoltori fratelli
nella luce d'amore
della Santa degli "Impossibili".

Benedici o Signore
la nobile fatica
del pio apicoltore
nei secoli dei secoli.
E così sia.

domenica 10 marzo 2013

Idromele



Idromele

Quando si parla di IDROMELE, si parla certamente di una delle bevande più antiche del mondo. Probabilmente questa bevanda nacque per caso e la si scoprì assaggiando l'acqua nella quale erano stati immersi dei favi per essere ripuliti, il miele immerso in acqua aveva fermentato naturalmente ed era nato l'Idromele, che è di certo più antico sia del vino che della birra. Il suo gusto è dolce ma non troppo, alcolico ma non eccessivamente, raggiunge infatti i 14,5-15 gradi. Le sue lodi erano descritte al tempo dell'antica Grecia, ma a quel tempo veniva chiamata Ambrosia, descritta come bevanda Divina degli Dei dell'Olimpo, gli venivano attribuiti notevoli pregi e proprietà, come quella di inebriare e di far raggiungere stati estatici e di dare alla mente umana l'accesso alle sfere del sapere a tal punto da essere offerto agli stessi Dei come sacrificio in vari riti, ad esempio nei matrimoni (la famosa luna di miele, poiché per un ciclo lunare si festeggiava con questa bevanda). Altri nomi dell'Idromele furono, al tempo dei Romani " aqua musla" , " melikaton" al tempo degli antichi Greci e " chouchen " dai Celti.
Ricordato nella mitologia come la bevanda degli dei, esso e' ottenuto dalla fermentazione di mieli selezionati in acqua, ed imbottigliato. Bevanda da dessert, il suo aroma e' passito.
Le fasi di produzione sono :
1) la miscelazione di una qualita' di mieli in acqua 2) la fermentazione guidata, effettuata utilizzando lieviti selezionati 3) il riposo per circa un anno per l'affinamento - cioe' lo sviluppo di aromi secondari e stabilizzazione delle caratteristiche organolettiche 4) l'imbottigliamento.
L'idròmiele e' indicato come bevanda da dessert e la temperatura ottimale per la sua degustazione varia dai 15 ai 18 gradi ma bevuto fresco a circa 7/10 gradi e' anche un ottimo aperitivo.
L'idròmiele e' stato piu' volte presentato durante degustazioni e laboratori del gusto sia di miele che abbinato ad altri prodotti di livello qualitativo. In tali sedi piu' volte ha ricevuto notevoli apprezzamenti da esperti sommelier, che lo hanno definito il perfetto complemento per la cioccolata, sia fondente che al latte e tutte le preparazioni a base di cioccolata (notoriamente difficili da abbinare ad una bevanda).
Esistono vari tipi di idromele tra qui:
Il primo é un miele millefiori chiaro primaverile, dal quale si ricava un idromele, dolce, dorato, solare, con intense note floreali , speziate, calde, di passito. La sua gradazione si aggira sui 13 gradi. Si adatta magnificamente, fresco, come aperitivo, accompagnato da olive verdi, stuzzichini. Magnifico sui dessert alle mandorle o al miele, le torte lievitate, il pan di spagna.

Il secondo é una melata estiva, dalla quale si ottiene un idromele più scuro, con riflessi ebano rossastri, dolce, corposo, profondo, con sentori di macchia mediterranea, di essenze essiccate, speziato e leggermente marsalato, leggerissimo retrogusto amarognolo. La sua gradazione si aggira sui 13 gradi. Si adatta magnificamente, fresco, come aperitivo, accompagnato da olive nere, stuzzichini. Magnifico sui dessert al cioccolato, le torte lievitate farcite al cioccolato, sul gelato alla crema, al pistacchio, alla noce.
ACETO di MIELE
E ottenuto dall'acetificazione naturale d' idromele chiaro, debolmente alcolico. Dunque un prodotto specifico ed esclusivo per l'acetificazione.
L'accurata lavorazione artigianale e la limitatissima produzione, permettono di ottenere un ottimo prodotto, profumato, gradevole, leggero, non aggressivo, con bassa acidità e buona capacità di condimento. Delizioso nelle insalate, sui pomodori a fette, sui pinzimoni, nelle preparazioni della cucina apporta la sua fragranza e freschezza senza appesantire i piatti, esaltandone i sapori e portando la sua leggera nota floreale.

sabato 16 febbraio 2013

Come usare il miele.



Come usare il miele (ricette a cura del frate  benedettino Livio Bruno  apparse su Famiglia Cristiana nel 1974)

Come dolcificante di bevande
Spremuta di limone al miele (molto gradevole) - un abbondante cucchiaio di miele liquido in un bicchiere di acqua (non ghiacciata) e il succo di un quarto di limone

Bibita al miele - versare dell'acqua freschissima in una brocca di vetro, aggiungere tre cucchiaiate di miele e tre di aceto purissimo e rimescolare il tutto. Questa bevanda è straordinariamente dissetante.
The freddo al miele - Un abbondante cucchiaio di miele liquido in una tazza di the freddo e il succo di mezzo limone.
Latte e miele - Incontestabile è l'efficacia del latte e miele contro la tosse, mal di gola, catarri e consimili disturbi. Una buona tazza di latte bollito,fortemente raddolcito con miele, per tre o quattro sere prima di andare a letto toglie benignamente i disturbi predetti. Se il troppo dolce vi è sgradevole, aromatizzate con alcune gocce di succo di limone o d'arancio.
  Il miele  è un alimento assolutamente naturale, esso rappresenta il risultato della trasformazione del nettare dei fiori ad opera delle api. Per poter preparare 100 grammi di miele l'ape deve visitare circa un milione di fiori. Il miele può essere poliflora cioè ottenuto da nettare di varie specie vegetale e monoflora ottenuto da nettare e di una sola specie vegetale.
la consumazione di un cucchiaio di miele ogni mattina dà vigore per tutta la giornata.L'assunzione quotidiana di miele puro, naturale procura energia e benessere. La dose consigliata giornalmente é di almeno 30 grammi, pari ad un grosso cucchiaio da tavola.
ATTENZIONE ! IMPORTANTE

La cristallizzazione del miele avviene per processo naturale,per riaverlo liquido è sufficiente riscaldare il vaso a bagnomaria senza superare i 40-45 gradi centigradi. Conservare in luogo fresco ed asciutto e possibilmente all'oscuro.


I settori dell'organismo che traggono beneficio dal consumo del miele
Prime vie respiratorie
Azione decongestionante,e calmante della tosse

Muscoli
Aumento della potenza fisica e della resistenza

Cuore
Azione cardiotropa
Fegato
Azione protettiva e disintossicante
Apparato digerente
Azione protettiva,stimolante e regolatrice

Rene
Azione diuretica
Sangue
Azione antianemica
Ossa
Fissazione del calcio e del magnesio

La composizione media del miele
 Acqua 17,70 % Levulosio 40,50 % Destrosio 34,02 % Saccarosio 1,90 % Destrine 1,51 % Sostanze Minerali 0,18 % Altre Sostanze 4,19 % (potassio, cloro, zolfo, calcio, sodio, fosforo, magnesio, silicio, ferro, manganese, rame) granuli di polline, cera proteine e aminoacidi, sostanze coloranti, sostanze aromatiche, alcool superiori, maltosio, enzimi.Vitamina A - Vitamina B1 (Tiamina) - Vitamina B2 (Riboflavina) - Vitamina B6 (Piridossina) - Biotina - Acido Folico - Acido Nicotinico - Acido Pantotenico - Vitamina C (Acido ascorbico).
  Ogni Kg. di miele equivale a: N. 3.000 calorie c.
Kg. 1,8 di carne
Kg. 12 di legumi freschi
Kg. 5 di latte puro
Kg. 1,2 di formaggio
Kg. 11 di patate
Kg. 5 di pane
N. 36 uova
N. 28 banane
N. 38 arance

 
Come companatico negli spuntini
Su fette di pane freddo - Ottima è una crema ottenuta mescolando con la spatola, volumi uguali di miele solido con burro freschissimo.
Con la frutta cotta - Due cucchiaini di miele dolcificano gradevolmente una porzione di frutta cotta. Il tenue potere lassativo del miele si aggiunge a quello della frutta cotta.
Dessert al miele - Alla fine dei pasti un cucchiaino di miele su di un biscotto o crostino di pane costituisce un ottimo dessert che facilita la digestione attenuando o eliminando la pesantezza e la sonnolenza del dopo pasto.

Yogurt al miele - Condire un vasetto di yogurt con un cucchiaio di miele e se piace, un cucchiaio di fragole ( o mirtilli, o ribes, o frutta che si preferisce),questo modo di condire lo yogurt è molto gustoso e nutriente.

Cure al miele
Fegato - Un cucchiaio tutte le sere prima di coricarsi, sciolto in un pò d'acqua.

Disurbi intestinali - Un cucchiaio da caffè in mezzo bicchiere d'acqua dopo i pasti.

Ulcera - Un cucchiaio da cucina di miele al mattino e uno alla sera prima di coricarsi, sciolto in mezzo bicchiere di acqua.

Malattie del cuore - Tre cucchiai da cucina sciolti in mezzo litro d'acqua, in qualsiasi ora della giornata.

venerdì 1 febbraio 2013