lunedì 27 agosto 2012

Luppolo

Hop bloemen vrouwelijke plant Humulus lupulus female.jpg
Luppolo
(Humulus Lupulus)


Erba appartenente alla famiglia delle Cannabinacee. Le radici sono perenni mentre i fusti rampicanti, lunghi e leggeri, muoiono alla fine dell'estate. Le foglie sono verdi ruvide con margini seghettati. I fiori si dividono in maschili e femminili. I primi sono di colore giallo paglierino, i secondi raccolti in spighe maturano nella tarda estate. I fiori femminili vengono usati per la fabbricazione della birra e usati nella medicina famigliare.
Parti usate.
I fiori e nuovi germogli in primavera.
Proprietà.
Spasmolitiche, antibatteriche, sedative della sfera nervosa e sessuale. Non eccedere nell'uso interno e non prolungare troppo la cure.
Uso.
Ansia,insonnia iper eccitazione sessuale.
Decotto: versare un cucchiaino di fiori in una tazza di acqua e far bollire per 3 minuti. Quando è tiepido filtrare addolcire con miele e berlo prima di dormire.
Digestione difficile.
Decotto: far bollire 2 minuti 15 grammi di fiori in un litro di acqua. Filtrare e addolcire e bere una tazzina al termine di ogni pasto o ogni volta che la digestione è difficile. Nei casi di inappetenza bere una tazzina prima dei pasti.
In cucina.
Frittura: raccogliere in primavera i nuovi germogli, pulirli e farli sbollentare in acqua bollente per 2 minuti, passarli nella farina bianca e friggerli nell'olio bollente asciugarli e salare.
Risotto: raccogliere i germogli in primavera pulirli e sbollentare per 2 minuti. Mettere una padella con olio e cipolla mettere il riso e far tostare per 1 minuto. Aggiungere un bicchiere di vino bianco e i germogli di luppolo e portare a cottura aggiungendo brodo vegetale preparato in precedenza. Una volta cotto togliere dal fuoco aggiungendo una noce di burro del Parmigiano Reggiano.
Frittata: sempre con i germogli sbollentati e tagliati a pezzi piccoli, preparare 2 o 3uova con spezie sale e Parmigiano. Mescolare il tutto compreso i germogli di luppolo e mettere in una padella con un po' di olio. Dopo poco girare la frittata e servire.

domenica 26 agosto 2012

Sofora del Giappone


Styphnolobium japonicum

Sofora del Giappone
Styphnolobium japonicum
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
GenereStyphnolobium
SpecieS. japonicum

Lo Styphnolobium japonicum o Sophora japonica, conosciuto con il nome comune di Sofora del giappone è una specie esotica, proveniente dalle regioni centro asiatiche, che si è diffusa in Europa nel XVIII secolo. È stata sempre utilizzata come pianta ornamentale per il pregevole fogliame, per la bellezza della fioritura e per l’eleganza del portamento.

Caratteristiche della pianta.

Fiori di Sofora del giappone
  • Fioritura: la fioritura avviene nei mesi estivi. I fiori di colore bianco crema o bianco violetto, a seconda della varietà, misurano 1-2 cm di lunghezza; sono riuniti in gruppi e sono leggermente profumati.
  • Foglie: le foglie sono decidue, composte da 7 o 13 foglioline con lamina lanceolata ed apice appuntito. Nella pagina superiore sono di colore verde scuro brillante, in quella inferiore sono poco più opache; in autunno, invece, assumono il caratteristico color oro su entrambi i lati.
  • Rami: i rami sono verdi e sottili, elastici, resistenti e molto ramificati.
  • Corteccia: la corteccia è rugosa e screpolata, di colore marrone chiaro; il legno è molto duro e resistente.
  • Frutti: i frutti a legume (lomento) contengono da 3 a 7 semi interspaziati da strozzature.
La pianta può raggiungere i 10-15m di altezza ed è adatta ad ogni tipo di terreno, teme il gelo e i ristagni d’acqua, perciò richiede posizioni ben soleggiate.

Usi terapeutici.

I suoi fiori contengono un principio attivo chiamato rutina (da cui si ricava la troxerutina), usato nella terapia della fragilità capillare

sabato 25 agosto 2012

Ailanto

                                                                                       


Ailanthus

Ailanto
Ailanthus altissima
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineSapindales
FamigliaSimaroubaceae
GenereAilanthus

Ailanthus è un genere delle Simaroubacee, che comprende una decina di specie di alberi originari delle zone tropicali dell'Asia e dell'Australia, che possono raggiungere altezze poco superiori ai 25 m.

Descrizione

Pianta infestante, dalla rapidissima proliferazione, le cui radici si estendono in larghezza fino anche a trenta metri sul suolo, dando luogo a colonie di nuove piante figlie. È noto il cattivo odore delle sue foglie. Il fusto è generalmente eretto e molto ramificato con corteccia grigio-brunastra più chiara sui rami giovani. Le foglie sono composte, pennate, spiralate o opposte, e prive di stipole. I fiori, riuniti in infiorescenze a spiga o a pannocchia, sono generalmente unisessuali. Produce frutti secchi indeiscenti (samare).

Etimologia

Il nome del genere deriva dalla parola ailanto, termine che significa letteralmente "albero così alto da raggiungere il cielo". La presenza dell'"h" è dovuta ad una sovrapposizione del termine greco άνθος che significa "fiore".

Presenza in Europa

In Europa si è ormai diffusa in modo sostanzialmente incontrollabile la specie Ailanthus altissima , nota volgarmente col nome di albero del paradiso che può raggiunge i 25 m di altezza, molto ramificato, con numerosi polloni basali, originario della Cina e delle Molucche. Questa specie, introdotta in Italia per un tentativo di allevamento del lepidottero Philosamia cynthia originario dell'estremo Oriente per la produzione della seta, ormai si trova rinselvatichita nei boschi, sulle ripe, sui greti e anche su terreni aridi, sassosi e instabili, dalla pianura fino ai monti, diventando un'infestante molto aggressiva. Sostituisce piano piano la vegetazione preesistente, formando colonie. Si trova sempre più spesso anche in città, dove è usata, inopinatamente, come rapido rimedio contro i raggi solari; la pianta è infatti nota anche per l'estrema rapidità di crescita in altezza. Le sue caratteristiche infestanti, tuttavia, dovrebbero suggerire un attento controllo della sua incredibile propagazione.

Uso

Coltivata come pianta ornamentale, e in silvicoltura per il rimboschimento di terreni incoerenti e franosi grazie all'apparato radicale profondo e ramificato. È usata anche per fare miele di Ailanto. La corteccia viene utilizzata per le proprietà medicinali.

Proprietà medicinali

L'infuso e la polvere della corteccia prelevata in primavera o in autunno, ha proprietà antidiarroiche e antielmintiche Per uso topico il cataplasma delle foglie fresche pestate vanta proprietà revulsive

Metodi di coltivazione

Predilige gli spazi aperti e luminosi, si adatta a qualunque tipo di terreno; per la resistenza all'inquinamento, al freddo o caldo torrido e alla siccità possono essere utilizzati per viali o ripe franose e sterili, in giardini e parchi. Si moltiplica facilmente per seme, diventando rapidamente infestante, o per talea dei polloni basali, dei rami o delle radici.
Si sconsiglia di aumentarne la diffusione in quanto danneggia le specie forestali endemiche italiane. Anche nei giardini può creare problemi per la sua invadenza e i continui interventi necessari per contenerla.

Avversità

Pianta rusticissima ha pochi nemici ad esclusione delle larve del saturniide Philosami cynthia, che non provocano generalmente grossi danni.

giovedì 23 agosto 2012

Aforisma

Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata. (Albert Einstein)

mercoledì 22 agosto 2012

Fasi di smielatura

Ecco le fasi del momento più bello dell'apicoltore la disopercolatura e smielatura....e buona produzione.
                                                    

 


                                                        

lunedì 20 agosto 2012

Ricetta di aloe di Padre Romano Zago

Ingredienti:
  • Mezzo kg di miele (biologico)
  • 40/50ml di distillato (circa 6 cucchiai, grappa cognac whisky)
  • 350 grammi di foglie di aloe vera o arborescens
Preparazione:
Togliere le spine dai bordi e la polvere con una spugna o straccio asciutto, tagliare a pezzi e mettere nel frullatore con il miele e il distillato. Frullare bene e il preparato è pronto. Non filtrare non cuocere.Il frullato va conservato in frigo in barattolo scuro ben chiuso.
Dosi consigliate:
Prendere 1 cucchiaio da tavola mezz'ora prima dei 3 pasti principali. Agitare bene prima dell'uso.
Una volta finito il barattolo, se non ci sono miglioramenti fare una pausa di 5/10 giorni, ripetere l'assunzione.Tale ciclo può essere ripetuto per 4 volte, in mancanza di miglioramenti, ricorrere a una dose doppia cioè 2 cucchiai prima di ogni pasto.

 

martedì 14 agosto 2012

Apicoltura che passione!

 Alcune delle mie arnie ubicate nel mio piccolo orto. Consiglio: coprirsi bene prima di avvicinarsi. Ma poi non sono neanche così pericolose, e poi danno un nettare così fanfastico che vale qualche puntura.

venerdì 3 agosto 2012

Liquore della buona notte

Dosi e preparazione
  • 3 manciate di camomilla fresca
  • 1 manciata di fiori di malva
  • 1 manciata di menta piperita
  • 750gr di alcool 95°
  • 500gr di zucchero
  • 750gr di acqua
  • 1 cucchiaio di miele
Mettere la camomilla la malva e la menta in un contenitore ermetico e versare l'alcool. Lasciare riposare per almeno 40 giorni scuotendo il vaso 1 volta al giorno.Dopo tale periodo preparare lo sciroppo facendo scaldare acqua zucchero e miele e quando è tiepido versare insieme all'alcool. Dopo 10 giorni filtrare e imbottigliare. Lasciare maturare almeno 2 mesi prima di consumare. Ottimo come digestivo e come rilassante

giovedì 2 agosto 2012

Aloe:cosa c'è di vero?

                          Cenni storici
Assiri Babilonesi
L' antico popolo assiro utilizzava il succo di Sibaru o Siburu (aloe) per togliere i fastidiosi sintomi dovuti all'ingestione di cibi avariati e alla formazione dei gas intestinali.
Alcuni archeologi sul finire dell'ottocento, identificarono uno scritto riguardante l'aloe. Su queste tavole databili attorno al 2000 a.C. si può leggere chiaramente "   le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". Da ciò si desume che gli Assiri conoscevano bene la pianta, e la descrizione segnala l'impiego della varietà barbadensis Miller detta anche Vera.
Egizi
Pianta dell'immortalità per gli egizi, veniva posta all'entrata della piramidi per indicare ai faraoni il cammino verso la terra dei morti. informazioni molto preziose sono contenute all'interno del "papiro da Ebers", dove è contenuta una descrizione particolareggiata per il riconoscimento e  le indicazioni per l'uso terapeutico.Il succo d'aloe formava parte integrante della ricetta garantiva lunga vita al corpo mummificato. Sempre gli egizi, inventori del clistere, la utilizzavano come purgante insieme ad altre erbe.inoltre si pensa che la bellezza di Cleopatra e Nefertiti era attribuita all'aloe e ai nutrienti bagni di latte.
Ancora oggi in Egitto questa pianta e considerata emblema di felicità e protezione,e se posta all'inerno dell'edificio protegga la famiglia assorbendo le energie negative.
Magna Grecia e Roma antica
Una leggenda ricorda che Alessandro magno, su consiglio di Aristotele, si volse alla conquista di Socotra nell'intento di venire in possesso di grandi piante di aloe, che sarebbe stata usata per lenire  e curare le gravi ferite subite dai soldati nelle lunghe battaglie. Numerosi sono i libri con riferimenti all'aloe: nella bibbia  nel libro dei salmi e nel Vangelo di Giovanni. Sia Dioscoride medico greco che Plinio il Vecchio descrivevano gli usi terapeutici della pianta , per curare ferite disturbi di stomaco, mal di testa irritazione della pelle, stipsi ecc.
Epoca Maya
Per i Maya la pianta era considerata un eccezionale rimedio contro il mal di testa. Durante il viaggio di Cristoforo Colombo,nel suo diario, riportò una frase che fa capire l'importanza dell'aloe: Todo esta bien, hay aloe a bordo.
Grazie all'opera di diffusione dei Gesuiti, queste piante vennero importate nelle isole dei Caraibi specialmente alle Barbados, da cui prende il nome Barbadensis.
Nel mondo contemporaneo
il primo studio scientifico è datato 1851 quando Smith e Stenhouse titolarono la prima componente conosciuta, l'aloina.
Nel 1935 altri studi portarono alla scoperta dei grandi benefici su scottature nelle dermatiti post radio terapica. Nel 1959 il Ministero della Sanità Americano attestò l'evidente capacità rigenerativa dei tessuti cutanei data dai preparati a base di aloe.Anche in URSS arrivarono alle stesse conclusioni, ma scoprirono anche che l'aloe al suo interno aveva altre sostanze medicamentose tra cui l'acido salicilico  e acido cinnamico.
Ma solo più tardi un farmacista texano, Bill Coats, riuscì a stabilizzare la pianta rendendo possibile la sua commercializzazione, senza più problemi ossidativi e fermentativi.

mercoledì 1 agosto 2012

Dolce dormire

Dato che di notte mi sveglio sempre prima, tra poco mi sveglierò prima di andare a dormire. ( Giacomo Giacomazzi)