Cenni storici
Assiri BabilonesiL' antico popolo assiro utilizzava il succo di Sibaru o Siburu (aloe) per togliere i fastidiosi sintomi dovuti all'ingestione di cibi avariati e alla formazione dei gas intestinali.
Alcuni archeologi sul finire dell'ottocento, identificarono uno scritto riguardante l'aloe. Su queste tavole databili attorno al 2000 a.C. si può leggere chiaramente " le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". Da ciò si desume che gli Assiri conoscevano bene la pianta, e la descrizione segnala l'impiego della varietà barbadensis Miller detta anche Vera.
Egizi
Pianta dell'immortalità per gli egizi, veniva posta all'entrata della piramidi per indicare ai faraoni il cammino verso la terra dei morti. informazioni molto preziose sono contenute all'interno del "papiro da Ebers", dove è contenuta una descrizione particolareggiata per il riconoscimento e le indicazioni per l'uso terapeutico.Il succo d'aloe formava parte integrante della ricetta garantiva lunga vita al corpo mummificato. Sempre gli egizi, inventori del clistere, la utilizzavano come purgante insieme ad altre erbe.inoltre si pensa che la bellezza di Cleopatra e Nefertiti era attribuita all'aloe e ai nutrienti bagni di latte.
Ancora oggi in Egitto questa pianta e considerata emblema di felicità e protezione,e se posta all'inerno dell'edificio protegga la famiglia assorbendo le energie negative.
Magna Grecia e Roma antica
Una leggenda ricorda che Alessandro magno, su consiglio di Aristotele, si volse alla conquista di Socotra nell'intento di venire in possesso di grandi piante di aloe, che sarebbe stata usata per lenire e curare le gravi ferite subite dai soldati nelle lunghe battaglie. Numerosi sono i libri con riferimenti all'aloe: nella bibbia nel libro dei salmi e nel Vangelo di Giovanni. Sia Dioscoride medico greco che Plinio il Vecchio descrivevano gli usi terapeutici della pianta , per curare ferite disturbi di stomaco, mal di testa irritazione della pelle, stipsi ecc.
Epoca Maya
Per i Maya la pianta era considerata un eccezionale rimedio contro il mal di testa. Durante il viaggio di Cristoforo Colombo,nel suo diario, riportò una frase che fa capire l'importanza dell'aloe: Todo esta bien, hay aloe a bordo.
Grazie all'opera di diffusione dei Gesuiti, queste piante vennero importate nelle isole dei Caraibi specialmente alle Barbados, da cui prende il nome Barbadensis.
Nel mondo contemporaneo
il primo studio scientifico è datato 1851 quando Smith e Stenhouse titolarono la prima componente conosciuta, l'aloina.
Nel 1935 altri studi portarono alla scoperta dei grandi benefici su scottature nelle dermatiti post radio terapica. Nel 1959 il Ministero della Sanità Americano attestò l'evidente capacità rigenerativa dei tessuti cutanei data dai preparati a base di aloe.Anche in URSS arrivarono alle stesse conclusioni, ma scoprirono anche che l'aloe al suo interno aveva altre sostanze medicamentose tra cui l'acido salicilico e acido cinnamico.
Ma solo più tardi un farmacista texano, Bill Coats, riuscì a stabilizzare la pianta rendendo possibile la sua commercializzazione, senza più problemi ossidativi e fermentativi.
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